nov 302012
 

La cura delle malattie passa dalla comprensione del processo replicativo della materia

Durante le sue esposizioni Keshe insiste molto nel dire che

tutta la materia è fatta con lo stesso schema.

lo schema iniziale si replica costantemente

Per esempio un atomo è la replicazione di un protone, una molecola è una replicazione dell’atomo, e così via, arrivando a dire che il sole è una replicazione della terra. A sua volta la galassia è una replicazione del sole, l’universo è la replicazione della galassia…
La prima obbiezione che viene spontanea è dire: “Caro keshe come fai a dire ciò? Come puoi dire che la Terra è simile al Sole? Non ti accorgi che uno è caldo l’altro è freddo e che la Terra è solida il Sole plasmatico? Non ti accorgi che la Terra è fatta per metà da ossigeno il Sole da idrogeno ed elio?
Il dubbio è: l’ing. Keshe ci vede bene?
Keshe ci vede benissimo, solo che ha imparato a guardare le cose essenziali che formano la materia.
La cose essenziali sono sempre le stesse: materia, antimateria, materia oscura.(l’acronimo è M.A.O.) Si tratta di riconoscerle, scoprire dove si nascondono, mimetizzano di volta in volta. Ma come fare? Per esempio: la Terra ha un campo magnetico e un campo gravitazionale, l’uomo o una mela non ce l’hanno; allora dove si è nascosto?
Keshe risponde che non ce l’hanno grande, perché la massa è piccola, ma in realtà ce l’hanno. Può sfuggire agli strumenti di misura, ma c’è.

Dove vogliamo arrivare? Credo bisognerebbe capire questo ragionamento.
Pensiamo ad una molecola d’acqua; essa sarà data da tre componenti: Materia, Antimateria, materia oscura (M.A.O.). Noi possiamo dire che è fatta da idrogeno ed ossigeno, ma potremmo meglio pensarla come fatta da M.A.O. più piccoli cioè da quelli che formano gli elementi di base idrogeno e ossigeno. La differenza sta nel fatto che nel momento che consideriamo l’acqua non dobbiamo necessariamente pensarla come derivata da idrogeno e ossigeno, ma semplicemente come una struttura unica caratterizzata da un certo tipo di M.A.O.
Se il M.A.O. è definito da tre valori, per esempio (7, 9, 5), significando con questo che la Materia è uguale a 7, l’Antimateria è uguale a 9, la materia Oscura è uguale a 5, noi in linea di principio potremmo ottenere acqua da qualsiasi cosa. L’importante è che, qualsiasi sia la materia usata, i valori finali siano M.A.O. = (7, 9, 5).

E’ un po’ come il giochino degli stampini dei bambini. Immaginate che ci sia qualcuno che guarda un oggetto e non dia alcuna importanza al materiale ma solo alla forma. Ora considerate i vostri bambini al mare quando giocano con gli stampini e la sabbia, li riempiono di sabbia bagnata e ne ottengono delle statuine. A casa giocano con la creta e fanno ancora le statuine con la stessa forma. Possono usare farina bagnata, gesso da presa, cemento. Siccome abbiamo postulato che l’unica cosa che ci interessa è la forma, la cosa essenziale per fare le statuine è lo stampino.

Sembra una sciocchezza, un gioco di parole, ma non fatevi ingannare! E’ una differenza sostanziale. Dovrete sforzarvi di capirlo, perché non è per niente semplice.
Il risultato finale è che, quando ci interessiamo all’acqua, gli idrogeni che la formano perdono di “personalità” e così accade anche all’ossigeno.

Durante le sue esposizioni Keshe insiste molto nel dire che tutta la materia è fatta con lo stesso schema.

lo schema iniziale si replica costantemente
Per esempio un atomo è la replicazione di un protone, una molecola è una replicazione dell’atomo, e così via, arrivando a dire che il sole è una replicazione della terra. A sua volta la galassia è una replicazione del sole, l’universo è la replicazione della galassia…
La prima obbiezione che viene spontanea è dire: “Caro keshe come fai a dire ciò? Come puoi dire che la Terra è simile al Sole? Non ti accorgi che uno è caldo l’altro è freddo e che la Terra è solida il Sole plasmatico? Non ti accorgi che la Terra è fatta per metà da ossigeno il Sole da idrogeno ed elio?
Il dubbio è: l’ing. Keshe ci vede bene?
Keshe ci vede benissimo, solo che ha imparato a guardare le cose essenziali che formano la materia.
La cose essenziali sono sempre le stesse: materia, antimateria, materia oscura.(l’acronimo è M.A.O.) Si tratta di riconoscerle, scoprire dove si nascondono, mimetizzano di volta in volta. Ma come fare? Per esempio: la Terra ha un campo magnetico e un campo gravitazionale, l’uomo o una mela non ce l’hanno; allora dove si è nascosto?
Keshe risponde che non ce l’hanno grande, perché la massa è piccola, ma in realtà ce l’hanno. Può sfuggire agli strumenti di misura, ma c’è.

Dove vogliamo arrivare? Credo bisognerebbe capire questo ragionamento.
Pensiamo ad una molecola d’acqua; essa sarà data da tre componenti: Materia, Antimateria, materia oscura (M.A.O.). Noi possiamo dire che è fatta da idrogeno ed ossigeno, ma potremmo meglio pensarla come fatta da M.A.O. più piccoli cioè da quelli che formano gli elementi di base idrogeno e ossigeno. La differenza sta nel fatto che nel momento che consideriamo l’acqua non dobbiamo necessariamente pensarla come derivata da idrogeno e ossigeno, ma semplicemente come una struttura unica caratterizzata da un certo tipo di M.A.O.
Se il M.A.O. è definito da tre valori, per esempio (7, 9, 5), significando con questo che la Materia è uguale a 7, l’Antimateria è uguale a 9, la materia Oscura è uguale a 5, noi in linea di principio potremmo ottenere acqua da qualsiasi cosa. L’importante è che, qualsiasi sia la materia usata, i valori finali siano M.A.O. = (7, 9, 5).

E’ un po’ come il giochino degli stampini dei bambini. Immaginate che ci sia qualcuno che guarda un oggetto e non dia alcuna importanza al materiale ma solo alla forma. Ora considerate i vostri bambini al mare quando giocano con gli stampini e la sabbia, li riempiono di sabbia bagnata e ne ottengono delle statuine. A casa giocano con la creta e fanno ancora le statuine con la stessa forma. Possono usare farina bagnata, gesso da presa, cemento. Siccome abbiamo postulato che l’unica cosa che ci interessa è la forma, la cosa essenziale per fare le statuine è lo stampino.

Sembra una sciocchezza, un gioco di parole, ma non fatevi ingannare! E’ una differenza sostanziale. Dovrete sforzarvi di capirlo, perché non è per niente semplice.
Il risultato finale è che, quando ci interessiamo all’acqua, gli idrogeni che la formano perdono di “personalità” e così accade anche all’ossigeno.

L’essere acqua non è questione di essere fatta da idrogeno o ossigeno ma è questione di avere i tre valori esatti del M.A.O.

L’insieme dei tre valori della materia, antimateria e materia oscura di una qualsiasi sostanza, genera un campo (o onda) magnetico e gravitazionale specifico, tipico della sostanza, a cui Kashe dà il nome di MaGrav.

definizione: Il MaGrav quindi è una specie di onda, uno stampo, un codice di struttura tipo DNA, una matrice… che identifica univocamente una materia. 

Quindi, il nostro stampino di prima, viene identificato dal MaGrav.

Dove porta questo ragionamento.
Immaginiamo di conoscere il MaGrav del diamante; nella nuova chimica di Keshe sarà indicato con MaGrav_diamante; irradiamo una zona dello spazio con questo valore; ebbene se in quella zona ci sono le condizioni energetiche adeguate si formerà un diamante. Per capirci possiamo fare un diamante dal carbonio, dall’idrogeno, o da altri gas in stato di plasma. Il diamante che otterremo sarà in ogni caso indistinguibile dal diamante.

Consideriamo ora il caso di una mela. Supponiamo di avere il MaGrav_mela. Irradiamo una zona ricca di proteine o altro brodo adeguato. Otterremo una mela, ma che tipo? Dipende dalle sfumature che daremo all’onda MaGrav_mela. Supponiamo di aver “fotocopiato” l’esatto MaGrav della mela-delicius dolce, ebbene saremmo in grado di produrre infinite mele di quel tipo.
Andiamo ora a vedere cosa succede se irradiamo una mela cotogna in fase di crescita con un MaGrav_mela-delicius. Le sostanze fornite dalla pianta alla mela cotogna, saranno trasformate in mela-delicius anziché cotogna.
Supponiamo di avere ora una mela delicius vecchia, raggrinzita. Se la irradiamo con MaGrav_mela-delicius che avevamo, ringiovanirà, prelevando sostanze dall’aria o dall’acqua, secondo l’ambiente in cui è immersa.
Infine se applichiamo il MaGrav_mela-marcia ad una mela sana, essa marcirà.

Vediamo ora come potremmo curare un assone nervoso che ha perso la guaina.
Andiamo ad analizzare nel corpo del paziente un nervo sano, integro e ben fatto. Ricaviamo il MaGrav_nervo-sano e irradiamo il nervo malato con quella radiazione, per un tempo sufficientemente adeguato.
Ovviamente questa è una esemplificazione, ci saranno poi le complicazioni. Infatti è logico che la radiazione non potrà colpire solo il nervo malato ma l’intera zona. Se sono presenti strutture organiche con MaGrav vicini a quello del nervo, tenderanno a mutare un po’, cercando di trasformarsi in nervi.
Ci sarà tutta una nuova medicina che piano piano trova le soluzioni, forse… con aiuti “esterni” di chi ha già risolto i problemi.
Certe volte però le cose sono semplici, Keshe asserisce che sono già in grado di curare l’Alzheimer. Evidentemente irrorando i neuroni con il MaGrev_neurone-sano, non ci sono complicazioni.
Ciao a tutti e… buona nuova era.

Un doveroso omaggio a Ighina, così incompreso.Descrizione: http://www.energeticambiente.it/images/smilies/innamorato.gif
Dal libro “L’atomo magnetico” di Ighina

Trasformazione della materia con l’atomo magnetico

In seguito a quest’ultima scoperta compresi che, se fossi riuscito a imprigionare quella energia e a regolarla a mio piacimento, avrei potuto fare svariati ed interessanti esperimenti. Decisi di costruire un apparecchio regolatore di vibrazioni atomiche magnetiche. Dopo aver rinchiuso l’atomo magnetico isolandolo dagli altri per mezzo di spessori di materie aventi atomi assorbenti, e dopo essere riuscito ad ottenere tutte le varie combinazioni di vibrazioni, con regolatori multipli a due variabili dette, “numero e indice” per la sintonia, arrivai a regolare l’energia stessa.
Cominciai a mettermi in sintonia con diverse materie per constatare se potevo conoscerne l’esatta vibrazione.
Conseguita tale prova, mi accinsi a fare alcuni esperimenti.

Un giorno, regolato l’apparecchio e messolo in sintonia con una data materia, lo lasciai nella medesima posizione sino al giorno dopo. Nel frattempo l’apparecchio aveva variato da solo la sua vibrazione e quella della materia sintonizzata era, a sua volta, aumentata. Constatai che la materia sottoposta a questo aumento aveva cambiato parte della sua struttura: assomigliava moltissimo alla materia con atomi aventi le stesse vibrazioni.
Altre prove mi fecero comprendere che variando la vibrazione di una materia si sarebbe potuto trasformare questa in un’altra materia.
Descriverò alcuni esperimenti eseguiti in quel periodo.
Con lo stesso apparecchio, un giorno identificai l’esatta vibrazione degli atomi di una pianta di melo, mi avvicinai quindi ad una pianta di pesco, mi sintonizzai anche con questa materia e cominciai ad aumentarne piano piano la vibrazione sino a raggiungere quella del melo.
L’aumento durò otto ore, dopo di che lasciai sempre in sintonia, per 16 giorni, il pesco con la stessa vibrazione del melo. A poco a poco vidi il pesco trasformarsi e completarsi in melo. Col medesimo sistema, una pesca ‘fior di maggio” che per sua natura è di piccola dimensione, poté essere trasformata in una pesca “ala” che è assai più grossa.
Presi a fare esperimenti con lo stesso sistema su animali e riuscii così a trasformare la coda di un topo in quella di un gatto. La durata della trasformazione della coda durò quattro giorni, dopo di che ritornò allo stato normale di quella del topo, ma poi si distaccò e il topo morì. Gli atomi della coda del topo non avevano sopportato a lungo l’alterazione. Ancora più interessante fu lo sviluppo di un osso di coniglio. Un giorno in una conigliera constatai che un piccolo coniglio di due mesi aveva una zampa infettata causa una ferita prodotta da una scheggia di legno. Cercai di guarire l’animale, ma inutilmente ché il male progrediva sempre più. Per mera curiosità volli analizzare se le vibrazioni dell’osso malato corrispondevano a quelle degli ossi sani: l’apparecchio le segnalò debolissime e tali da farmi comprendere che erano interrotte proprio nel punto ammalato.

Le due estremità dell’osso sano vicine a quelle infette avevano le vibrazioni alterate in confronto a quelle dell’osso sano, perché con l’interruzione dell’osso malato non era avvenuta la continuità dell’assor­bimento delle vibrazioni degli atomi. Mi sintonizzai a mezzo dell’appa­recchio con le vibrazioni delle estremità sane dell’osso e cominciai ad alterarle sino al loro massimo, ottenendo in tal modo il fenomeno della riproduzione dell’atomo.
Ben presto con questa riproduzione, le due estremità dell’osso sano si avvicinarono fra di loro sino ad unirsi, e, unitesi, procurarono la conti­nuità delle vibrazioni che si erano interrotte. La materia ritornò normale, come pure normali ritornarono le vibrazioni, e così la febbre scomparve.

Tale constatazione mi fece comprendere come si produce il fenomeno della febbre in una persona malata. Per interruzione delle vibrazioni della materia, gli atomi aumentano le proprie vibrazioni per il mancato assorbimento degli atomi della materia malata, i quali, appena possono assorbire e riprendere la normale continuità delle vibrazioni, fanno sì che la febbre cessi.

Da quanto ho potuto capire dalle mie osservazioni, una malattia si produce nel seguente modo. Gli atomi del nostro corpo hanno una continua e costante vibrazione prodotta principalmente dalle reazioni chimiche della alimentazione. Attorno agli atomi stanno continuamente in agguato piccoli esseri, come microbi, ecc., che non sono altro che impurità emesse dagli atomi stessi, i quali, non appena rallentano il loro movimento, rendono possibile a quelle impurità di introdursi fra di esse. Dato il peso e la conformazione di dette impurità, l’atomo perde quasi completamente la propria elasticità di movimento. Gli atomi del nostro corpo, per il mancato assorbimento di movimento, subiscono un’accelerazione maggiore che noi chiamiamo febbre. Ma tutt’attorno agli atomi bloccati stanno gli atomi magnetici (orgoni) che immediatamente si sintonizzano con gli atomi interrotti e li eccitano fino al massimo delle loro vibrazione. Raggiunto tal punto, le impurità vengono espulse, gli atomi magnetici abbandonano gli atomi eccitati e questi, una volta liberi cominciano ad assorbire le vibrazioni degli atomi del nostro corpo Viene così a ripristinarsi la continuità delle vibrazioni e la febbre scompare. Se invece la febbre non viene a cessare, significa che gli atomi magnetici non sono riusciti a sintonizzarsi con gli atomi bloccati e aD espellere le impurità. Bisogna allora ricorrere al fenomeno della riproduzione come sopra accennato e unire l’interruzione delle vibrazioni.

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La medicina che verrà (se Keshe ha ragione)

Cerchiamo di capire come funziona la tecnologia MaGrav per  curare. La cosa non è ben chiara quindi mi baso su quello che conosco sull’apparato Ighina.

Ighina ha fatto due tipi di apparecchiature:
Il primo apparato è su basi elettromagnetiche, esso comprende le solite elettrocalamite rotanti che ormai avete capito essere il minimo comune multiplo di tutti questi strani aggeggi.
Il secondo apparato credo fosse su basi cristalline, in realtà non ne so niente. Ci sono solo foto dell’esterno ed Ighina ha fatto letteralmente a pezzi l’apparato e ha sepolto sotto terra i pezzi. Mi ha detto che l’umanità non era pronta.

Ora, fate conto di avere il pannello dei comandi con solo due manopole.
Con una manopola regolate la velocità di rotazione, con l’altra regolate in modo delicatissimo la quantità di corrente delle elettrocalamite ruotanti.
Ighina mi disse che dovevo usare il filo di rame come resistenza variabile. Il che significa variazioni di corrente veramente piccole.
La prima cosa da fare è collocare il bersaglio. Supponiamolo costituito per esempio da una mela, essa viene collocata in una certa posizione atta al rilevamento.
Nella fase di ESPLORAZIONE, si regola le due manopole delicatamente osservando un amperometro che misura la corrente circolante nelle elettrocalamite.
Ad un certo punto si scoprirà un picco di corrente di risonanza che darà un movimento improvviso dell’ago dell’amperometro.
Prendiamo nota dei valori delle manopole, supponiamo che le due manopole diano due valori: (543; 2,546)
Il primo valore indica la frequenza di rotazione 543 giri/minuto
Il secondo numero dà la corrente di 2,546 Ampere.
La mela avrà un MaGrev di (543; 2,546)
Supponiamo ora di ripetere lo stesso per la pera avrà un MaGrev di (650; 2,237)
Fase di IRRADIAZIONE. Con lo stesso strumento possiamo ora irradiare una pera ma cambiando gradualmenteil MaGrav giorno dopo giorno da (650; 2,237) –> (543; 2,546)
Avremo così una pera che ha acquistato caratteristiche di mela, cioè la “melosità”
Se consideriamo ora un dito, possiamo cercare il MaGrav del dito, o della sola pelle o della sola unghia.
Se dobbiamo ricostituire un’unghia iroreremo la parte con il MaGrav_unghia. Come vi dicevo, potrebbe succedere che la pelle vicino all’unghia abbia un MaGrav simile a quello dell’unghia, pertanto la pelle potrebbe tendere a trasformarsi anch’essa in unghia, non ci riuscirà, ma comunque si indurirà.
Spero che con questa illustrazione un po’ più dettagliata di aver ulteriormente chiarito il concetto di come lavorava Ighina.

Torniamo ora al discorso della sclerosi multipla. Abbiamo visto che irorando con MaGrav_nervo_sano il nervo si rigenera e torna normale.
Il paziente è guarito?
Sì, ma solo momentaneamente. Perchè non é guarito del tutto?
Semplice perchè anche il corpo genera un suo MaGrev, piccolo ma costante, presente in ogni attimo della giornata.
Sì, cari signori, siamo continuamente dei creatori. Il nostro MaGrev agisce e da l’imprinting alle quasi particelle chiamare da Keshe Pmcits che in ogni istante vengono a far parte del nostro corpo.
L’imprinting può essere alterato dal nostro modo di pensare, dalle emozioni dalle nostre aspirazioni, dai desideri, dalle sofferenze mentali, dai traumi… insomma dalla nostra “parte animica.”
Incredibilmente Keshe ne parla e dice che, nella sclerosi, c’è alla base una necessità di ricevere attenzione e aiuto da parte dell’ammalato.
Quindi per la guarigione completa occorrerà scoprire le cause psicologiche e curarle, altrimenti la malattia si rifà.
Certo la cosa è risaputa ormai.
Come ho già detto in altra parte, molti anni fa, l’agopuntura era misconosciuta. Chi la praticava era considerato un visionario aculturato e i medici ci guardavano liquidandoci con un sorrisetto ironico.
Io ero presente a Torino in una delle prime grandi riunioni, mi trovavo con due medici anestesisti di larghe vedute. Ero tutto contento in quanto finalmente i medici si erano accorti di noi e che l’agopuntura funzionava.
Ma Ahimè! La prima cosa, che fecero fu di dichiarare l’agopuntura “cosa loro”. Insomma funzionava sì, ma solo se la faceva il medico a pagamento. Certo una parte di ragione l’avevano, ci mancherebbe! Ma il sospetto che… mi è rimasto.
Ecco cosa scrivevo allora.

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La Malattia nella medicina cinese

La malattia nasce seguendo questo processo:
1) Nasce dalla “Mente”
2) Si sviluppa attraverso le emozioni
3) Si struttura nel corpo attraverso uno squilibrio bioelettrico
4) Lo squilibrio bioelettrico porta ad uno squilibrio chimico
5) Se lo squilibrio chimico persiste, si crea una conseguenza nel corpo fisico.

Nella medicina cinese si ritiene che la cura possa avvenire nei vari stadi.

5° Quando la malattia è troppo avanti si ricorre alla chirurgia, ma questo è ritenuto un pessimo livello di intervento.

4° Al quarto livello si interviene con farmaci, antibiotici, ricostituenti ma anche questo livello, anche se migliore del precedente, è ritenuto un intervento tampone. Un nascondere i sintomi senza affrontarli.

3° Al terzo livello si ricorre con l’agopuntura, il massaggio, le saune, la ginnastica, la pranoterapia.
Questo livello, veniva usato dai cinesi soprattutto come prevenzione, l’agopuntore di corte infatti era pagato solo finché il paziente stava bene, nel momento in cui si ammalava, lo stipendio veniva sospeso. Comunque anche questo livello era ritenuto di supporto e non definitivo, implicava la costante vigilanza del medico agopuntore.

2° Questo livello era normalmente abbinato al terzo livello inerente all’agopuntura. Ad ogni malattia o organo viene attribuito un complesso di emozioni. Per esempio il fegato e le sue patologie, coinvolgono la collera ed il coraggio ecc. In genere si ritiene che uno squilibrio di tali emozioni apra la strada alle patologie. Il colloquio col paziente era ritenuto molto utile.

1° Il livello principe si ha quando viene penetrata la causa della malattia a livello mentale. Discorso complesso è lungo. In breve si ritiene che l’unica cosa che esiste è la “consapevolezza”; quest’ultima entra in una specie di realtà virtuale o sogno condiviso con il resto dell’umanità, sogno che essa vive come realtà. In questo stato essa decide e separa il bene dal male, seguendo impulsi personali o indotti dalla comunicazione con gli altri. LA MALATTIA E’ VERAMENTE VINTA SOLO QUANDO C’E’ COSCIENZA DELLE CAUSE PROFONDE.

Ipotizzo che in futuro se, dico se, è vera la tecnologia Keshe, avremo due principali livelli di operatori medici. I tecnici del MaGrev e gli operatori psicologi.
Ipotizzo inoltre, che l’aspetto medico sarà subito la principale e più estesa applicazione della tecnologia Keshe.

Resta un ultimo punto da inquadrare. Vedete, la malattia per quanto assurdo possa sembrare è anche un insegnamento. 
Essa ci spinge a cambiare, aiuta a smuovere le cristallizzazioni, della nostra parte emotiva. Abbiamo delle abitudini emozionali, mentali che si ripetono ciclicamente. Si vede spesso in certi esaurimenti un circuito mentale di pensieri che si rincorrono all’infinito, consumando tutte le energie del malcapitato.
La malattia è quindi anche aiuto, spinta al cambiamento. Crea evoluzione.
Se eliminiamo le malattie chi aiuterà quell’anima ad evolversi?
Siamo sicuri di essere in linea con l’evoluzione naturale?
Ecco quindi la necessità di una profonda introspezione da parte di chi sarà curato, occorre l’umiltà di guardarci dentro con sincerità e spietatezza.
Non lo faremo da soli ma aiutati da una folta schiera di nuovi psicologi.

Serviranno non tanto psicologi con studio, quanto psicologi che riconoscano il valore dell’anima, amino il prossimo e sentano l’esigenza di dedicarsi alla crescita degli altri

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  One Response to “Uso della Tecnologia Keshe per curare”

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