Reattore statico

 

Micro reattore al plasma EP1770715A1 (by Hypercom)

I vari componenti della materia, introdotti nel reattore, sembrano eseguire un “disegno”, piuttosto che leggi fisiche probabilistiche o cmq. una fisica nuova a noi sconosciuta.

Grazie al processo autoalimentato (selfsustaining), “la pila” sarà operativa per un lungo periodo di tempo (si parlava di  5 anni ma sembrerebbe che il miglioramento della tecnologia porti ad allungare enormemente questa tempistica).

Anche nel brevetto del reattore statico si parla tra i vari costituenti di materiale radioattivo a decadenza breve (e questo potrebbe  essere un problema  per la commercializzazione…. ).

Il materiale radioattivo provoca la scintillazione nelle due camere del reattore, quindi la ionizzazione dei gas, (idrogeno ad esempio), che porta alla creazione di elettroni liberi per la creazione di corrente e la creazione di plasma nell’ inner-inner-core (Caroline), la sfera più interna.

Se tra due gas inerti vengono iniettati vapori metallici (esempio vapori di mercurio), se le combinazioni di elementi utilizzate sono corrette, nascerà un processo ricorrente di creazione del campo magnetico (pulsazione).

Un campo magnetico pulsante varia nel tempo, quindi si potrebbe prelevare energia facilmente via induzione, probabilmente regolando combinazione e quantità dei vari elementi, si potrebbe ottenere una diversa frequenza di pulsazione e/o una diversa intensità del campo magnetico.

 

Questo tipo di tecnologia si basa su concetti completamente diversi di quello cui siamo stati abituati. Dato che si tratta di una tecnologia intimamente connessa con chi la utilizza,   ha bisogno per poter essere attuata e per  poterla sviluppare,  di un’adeguata preparazione da parte di eventuali operatori.  Non esistono  strutture nella nostra società preposte a questa preparazione.  Sembra quindi che anche l’idea di Keshe si di far cominciare l’insegnamento  dal basso. Bisogna preparare la mente ad interagire con le particelle della materia,  l’aspetto tecnico è strettamente connesso alla preparazione mentale, Keshe è stato chiaro, la tecnologia emergerà lentamente là dove è stato intrapreso questo cammino … ma il “catalizzatore mentale”  più importante è descritto in questa sperimentazione .

Sembrerebbe quindi che  la capacità mentale e la tecnologia sono inversamente proporzionali … mi spiego meglio, una volta capito come l’intento interagisce con il sistema, il supporto tecnologico diventa meno importante. Questo lo si evince dalle dichiarazioni che sembrano a volte contraddittorie  (Keshe> il vuoto non è così importante …) . Dobbiamo però fare i conti con il fatto che  noi non siamo Keshe e nemmeno Gustavo Rol, e quindi dobbiamo fare affidamento ancora sul fattore tecnologico, e nel contempo cercare di prepararci alla “nuova fisica”.

Per prepararci alla “nuova Fisica”  Keshe ci dà un piccolo suggerimento. Un esperimento molto facilmente riproducibile per cominciare a familiarizzare con i plasmi, e riguarda proprio il concetto di reattore statico (del tipo accumulatore): www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=kkB2g7ai2bs .

Quindi per partire con l’insegnamento servirebbero poche cose, ma cosa dobbiamo veramente fare dopo la sperimentazione iniziale con questa bottiglia piena di elettrodi? Ci dobbiamo fermare un’attimo e riflettere, questo  sembrerebbe essere un tester, il reattore può essere attivato a diversi livelli di potenza e questo tester serve per fare una selezione, il creatore può attivare il reattore in base alle sue capacità mentali, quindi si può realizzare un reattore perfetto da un punto di vista tecnico ma la preparazione mentale è l’interruttore di accensione. Cosi’ facendo potremmo cominciare ad interagire con il nostro  ”microplasma” .

L’intento sembra poter agire direttamente sulle particelle più elementari della materia, nel nostro caso l’idrogeno ionizzato nelle giuste condizioni di vuoto nell’inner-inner core, partendo dal processo iniziale H2>H1>E->P+, una volta creata questa condizione inizia la sperimentazione.

Brevetto EP1770717A1, a pagina 43 linea 46 [0703 e 0705]. Il vuoto è 10,7 torr.

 

Veniamo quindi a  spiegare qui di seguito come  fare l’esperimento della bottiglia di cocacola :

REPLICA DEL REATTORE AL PLASMA STATICO KESHE
Parti :
- pezzi di fili di rame (elettrodi)
-Una bottiglia di plastica trasparente con tappo
- ½ tazza di soda al ilme
- 1 cucchiaino di KOH2 (idrossido di postassio)
- tubetto di silicone chiaro /colla calda
- multimetro
Processo per fare il reattore al plasma
Produrre 4 fori nella bottiglia di plastica, Inserire i 4 elettrodi (un conduttore attraverso il quale l’elettricita entra e lascia l’oggetto) in ciascun foro . Assicurare che gli elettrodi non si tocchino l un l’altro (gli elettrodi non si toccano sono indipendenti uno dall’altro. Questo crea un circuito aperto che si chiude con la reazione dinamica del plasma
Usare il silicone o la colla a caldo per sigillare i fori attorno agli elettrodi.
Prendere la mezza tazza di soda e mescolarla al potassio, mescolare insieme finchè tutto il potassio non si sia dissolto in una soluzione. Aspettare  10 minuti perche avvenga  la catalizzazione (una sostanza che aumenta il rapporto della reazione chimica in se stessa riducendo cambiamenti chimici permamenti). Questo inizia il processo di ionizzazione dell’idrogeno. Il processo replica il meccanismo di un’intero braccio a spirale della galassia.
Inserire la soluzione (soda e potassio) nella bottiglia e chiudere il tappo .
Aspettare  15-30 minuti

(L’idea è, una volta riempita questa bottiglia con la soluzione, di creare un plasma nell’aria sovrastante, (gli elettrodi), che poi produce corrente o elettricità. La soluzione nella bottiglia rappresenta la sequenza di accensione che mette in moto il reattore al plasma. )
Torgliere la soluzione dalla bottiglia e mettere ancora il tappo alla bottiglia (Si crea una reazione dinamica che possiamo misurare)
Aspettare  15-30 minuti
Da questo punto in poi si puo prender eil boltimetro (che misura i millivolt)  e leggere l’energia in uscita dalla bottiglia vuota. Togliere il tappo dalla bottiglia e l’energia in uscita aumenta perché in questo modo puo succhiare l’energia dall ambiente circostante ( tutto questo succede a livello micorsocopico atomico ed  è invisibile all’occhio) .  Praticamente la bottiglietta si ritrova piena di elettroni, protoni, neutroni perchè il plasma all’interno  ha creato uno stato dinamico reattivo

La reazione del plasma dinamico  che replica il meccanismo di una galassia completa il circuito tra gli elettrodi
nella bottiglia e produce energia. Fai delle sperimentazioni e troverari che le uscite maggior  saranno toccando elettrodi differenti

Conclusione
La creazione di energia elettrica nel reattore keshe  si ottiene per semplice processo di ionizzazione di idogeno

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 MESSAGGIO IN BOTTIGLIA 

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  One Response to “Reattore statico”

  1. Ok littleflower, questo il mio punto di partenza teorico … spero sia quello corretto, aggiornamenti sarranno fatti in corso di sperimentazione con riscontri diretti partendo da tentativi di ionizzazione idrogeno in una camera semplice, capire il mezzo di ionizzazione più adatto possibilmente non radioattivo, capire l’entità del vuoto, come e quanto questa variabile influisce sull’intero processo.

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