Keshe : Creazione della Materia

 

Nonostante la quantità di materiale disponibile in rete sulle teorie pubblicate dall’ing Keshe, risulta difficile per chi approccia la cosa capire veramente  di che cosa si stà parlando . La novità dei concetti esposti, unita a un modo  fumoso di esprimersi   e alle  difficoltà  di reperire materiale in italiano può allontanare l’interesse sull’argomento.   Cercherò  di mettere a disposizione la mia esperienza fatta di anni di ricerca nel campo della fisica classica, e della fisica di frontiera, e  nel campo  della divulgazione  per cercare di aiutare la comprensione delle teorie  esposte  da Keshe in modo acritico, con il solo scopo di rendere comprensibile quanto detto nel sito e nei libri sull’argomento

Keshe suppone che ci siano tre tipi di manifestazioni che creano questa realtà:

La materia, l’antimateria e la materia oscura.

Procedendo con la lettura dei suoi scritti ci si accorge che il significato che da lui a questi termini non è il solito. Lui parla di un qualcosa di “fluido” quasi astratto, in un primo tempo ho tentato di immaginare la materia come un’onda, l’antimateria come l’onda opposta, e la materia oscura … diciamo una specie di supporto ma anche colla.

Leggendo però più avanti mi sembra che il discorso spesso scivoli verso una pura astrazione filosofica, piuttosto metafisica pertanto potrebbe definirsi così:

materia—> essere 
antimateria—> non essere 
materia oscura—> la possibilità di manifestarsi quando non ancora espressa

Secondo questa visione Keshe sosterrebbe che l’origine dell’universo deriva dal non essere (antimateria), prosegue in una fase di ” possibilità di manifestarsi ”  (materia oscura) e infine la manifestazione vera e propria che nasce quando vi è la possibilità di un’interazione tra i campi magnetici (attrito) . Quest’ultima potrà essere o propriamente materiale, o ancora in una fase energetica di campo. 

A questo punto ci si pone immediatamente la domanda di come dovrebbe fare la materia oscura a trasformarsi da potenzialità inespressa —> ad una condizione materiale manifestata?
E lì veramente… sembra che Keshe trascenda nello spirituale, parla di vita cosciente di consapevolezza, egli sostiene che ogni volta che si accinge a mettere in moto i suoi macchinari prega e li ringrazia, li ritiene “vivi”.
La vita intesa come possibilità di sviluppare consapevolezza è intrinseca nei tre aspetti.
La vita quando è evoluta acquista sempre più una “capacità modellante” è in grado di plasmare la materia.
Nota personale: Lo sciamanesimo e in particolare quello descritto da Carlos Castaneda definisce proprio questa capacità col nome di “INTENTO”. L’INTENTO sciamanico è una sorta di “volontà molto ben organizzata e fortissima” in grado di creare quando le condizioni energetiche sono adatte.
Tutto sommato si tratta di un sistema trino rappresentabile con un triangolo equilatero, simile a quello elettrico Positivo, Negativo, Neutro.

Un’altra cosa importante su cui Keshe insiste è il ripetersi del modello in tutti i gruppi di manifestazione.

Consideriamo un atomo caratterizzato da una certa “modulazione” dei tre aspetti materia-Antimateria-materia oscura. La modulazione sarà interpretabile come una specie di codice a barre che contiene le caratteristiche dell’atomo. Con un altro paragone potremmo definirlo simile ad una STRINGA di informazione tipo quella proposta nella teoria delle super-stringhe).

Consideriamo ora una molecola formata da molti atomi differenti tipo DNA, ebbene Keshe sostiene che anche qui esiste un codice a barre che la descrive. Sostiene che si può catturare e modificare, ristrutturare questo codice a barre complessivo. Questo, a suo dire è molto meglio che scomporre in sottoparti per modificare o capire. Insomma se, come facciamo in chimica ci limitiamo a scomporre in varie componenti una cosa che è un tutt’uno nell’essenza, rischiamo di perdere l’essenza profonda. La somma delle parti è più della somma delle caratteristiche singole delle parti costituenti.

Ripetiamo qui di seguito gli elementi di base della creazione primaria:

raggi dinamici di forza magnetica (da si potrebbero paragonare agli orgoni) possiamo definirli come gli elementi di base, cioè le vere particelle di base con cui il tutto è formato (Ighina li chiamava “atomi magnetici” e diceva che erano in continuo e frenetico movimento, cioè dinamici) . Keshe li definische PMF (plasmatic magnetic field)

 

 

 

 

 

 

 

Nella la fisica attuale diamo il carattere di primogenitura ai quark, essi qui vengono sostituiti da questi raggi dinamici di forza magnetica. Sono una specie indefinita e sono visibili o come raggi(orgoni) o come particelle (atomi magnetici).

I raggi dinamici di forza magnetica Keshe li suppone costituiti da 3 aspetti fondamentali:
Materia, antimateria, materia oscura.

La materia oscura (attenti alle definizioni dei termini) che di solito è pensata coma materia con caratteristiche di non visibilità, viene qui intesa come parte integrante di questi raggi, una qualità, una caratteristica.
Potremmo pensare che il raggio dinamico magnetico (orgone) abbia tre piani di vibrazione o, se preferite, tre piani di polarizzazione: vibra sul piano della materia, dell’antimateria e sul piano della materia oscura.

Keshe ammette implicitamente che ci sia continuamente la creazione di un numero indefinibile di raggi dinamici di forza magnetica (orgoni); essi formano una specie di sottofondo, un supporto, una base per tutta la materia. Come il “brodo” rispetto ad una cultura batterica.

Keshe a questo punto definisce il termine che poi usa spesso “pmtics”.

La definizione di questi è: un insieme di raggi magnetici (insieme di orgoni) separatesi dalla sorgente iniziale che li li ha creati.

Come vedremo i pmtics ci collocano a metà strada tra l’orgone che è tutto sommato immateriale, evanescente, indefinito, e la prima particella strutturata conosciuta attualmente dall’uomo, il quark.

In altre parole i pmtics sono delle quasi-particelle.

pmtics possono corrispondere al raggruppamento di raggi dinamici di forza derivati dall’interazione di campi magnetici simili vicini. (In documenti successivi i pmtics vengono ri-definiti come PME introducendo il concetto di entanglement) In altre parole sono qualcosa che esprime il risultato della composizione di due onde interagenti, avremo così una nuova onda, somma di più raggi dinamici di forza. Affincè i raggi possano interagire occorre che abbiano qualcosa in comune, è come se dovessero avere due frequenze differenti ma vicine. In questa fase il legame nasce quindi da una sorta di risonanza. (il simile attira il simile)

I pmtics quindi corrispondono il primo stato di aggregazione di due o più raggi dinamici di forza .

Potremmo dire che i pmtics stanno ai raggi dinamici di forza magnetica , come le molecole stanno agli atomi.
Il paragone non è perfettamente calzante in quanto, a differenza delle molecole, i pmtics sono piuttosto indefiniti, NON ben caratterizzati, fluidi, sono come creta morbida plasmabile.
Useremo qui il termine “plasmatico” per indicare questa fluidità tipica di materiali non ancora ben caratterizzati nella loro essenza. Quindi quando diciamo pmtics plasmatici intendiamo sostanzialmente identificare con questo un insiemi di campi magnetici dinamici, non ancora stabilizzati fluidi.

Le interazioni pmtics con altri pmtics Keshe ipotizza che creino la materia vera e propria, si concretizzano quindi nelle varie forme che vediamo partendo dal piccolo quark e arrivando ai pianeti.

La novità nel macroscopico è che la creazione di campi gravitazionali è strettamente legata alla creazione di campi magnetici della materia.
In prima approssimazione potremmo dire che il campo magnetico sta alla gravità come l’aspetto inerziale della materia sta all’aspetto gravitazionale.
Ma… mentre gravità e inerzia sono legati con diretta proporzionalità, verificabile dal fatto che nel vuoto masse differenti cadono in tempi uguali (la mela di Newton), l’interazione tra campo gravitazionale di un pianeta e campo magnetico del pianeta può non presentare questa diretta proporzionalità. Forse perché c’è di mezzo un terzo fattore che chiamiamo materia oscura che potrebbe compensare la variazione di intensità dei due campi.

Aggiungo qui una nota personale che per me è fondamentale anche se per il momento tale affermazione verrò osteggiata  della scienza accademica: 
Che ne è delle particelle che avevamo finora chiamate quark?

Il quark lo possiamo definire così: è la prima forma di materia stabile. Esso risulta dall’azione di due o più pmctis che interagiscono; essi diventano quark nel momento in cui perdono la loro plasmosità. Si stabilizzano cioè in una forma definita. Proprio come la creta molle se posta in forno si indurisce e manterrà una forma definita.

Come fa la plasmosità ad essere fissata in una ben determinata condizione che poi si manterrà a lungo? Come dire, chi scrive per primo il sistema operativo in un Hard Disk vergine messo a disposizione dalla natura?
La scienza nella sua storia ha dovuto combattere contro le superstizioni e le credenze religiose che ne frenavano o ostacolavano lo sviluppo. Quindi tutto ciò che sa di mentale, spirituale, alchemico viene deriso e cassato dai miei colleghi di fisica, anche se non da tutti. D’altra parte va detto che finora non c’erano evidenze specifiche dell’azione mentale nei fenomeni fisici macroscopici (cosa che invece è già stata dimostrata dalla fisica quantistica nel mondo dell’infinitamente piccolo dove esperimenti mostrano che l’osservatore influenza l’osservato)  , e la Fisica si basa su verifiche sperimentali concrete.
Spesso ciò che fai uscire dalla porta, rientra dalla finestra con un colpo di vento.

Nelle dimensioni microscopiche iniziali vedremo che accade l’opposto, lì è l’atto mentale che crea, mentre l’atto meccanico conta molto meno.

Dalle mie esperienze di 40 anni di lavoro su questo campo, affermo, che tra le forze che stabilizzano e influenzano questa “creta molle”, la principale, se non l’unica, è un atto di volontà mentale chiamato dagli sciamani “intento”. Questo è un punto cruciale da capire perché implica in definitiva un creatore o molti creatori che usano la loro mente per creare.

E’ un concetto distante dal nostro modo di pensare ma dietro a tutta la creazione non può che esserci stato un atto di volontà.

Poiché la creazione non è stata creata e lasciata a se stessa, ma è in divenire, c’è un continuo creare.

Anche noi creiamo continuamente magari non ne abbiamo coscienza, ma lo facciamo , lo scopriremo ora che stiamo per capire l’essenza della materia.
Così alla fin fine potremmo dire che il cavallo è diventato giraffa, fondamentalmente perché lo ha voluto, desiderandolo intensamente. Questa è stata la scintilla costante, la selezione naturale ha poi aiutato a far si che chi più riusciva in questo allungamento più probabilità aveva di sopravvivere.

Molti grandi maestri hanno sempre  sostenuto che  l’uomo tende a diventare ciò che pensa. L’universo nasce dalla MENTE. L’universo è mentale. (Prima grande principio dell’alchimia). E’ un’affermazione scomoda ma i tempi sembrano maturi per un cambio di prospettiva.

Tornando al primo libro di Keshe e vediamo come si esprime.
Noi osserviamo che i campi magnetici associati ai pianeti sono sempre abbinati alla gravità. Definiamo questi grandissimi campi Magnetici planetari con la M maiuscola.
Partiamo dal postulato che materia e campo Magnetico planetario siano legati tra di loro, cioè variando l’uno varia anche l’altro.
In questo libro, dato che un campo non può esistere senza l’altro, useremo il termine “MAGRAVS” per intendere la rappresentazione dei campi Magnetico e Gravitazionali.

A questo punto vediamo la definizione della parola “plasma” da parte di Keshe.

Distinguiamo due accezioni per la parola Plasma:

1) si intende il plasma classico cioè il gas ionizzato in modo da separare  le cariche

2) il plasma nel senso di  caratteristica.  Consideriamo due plasmi (classici) ruotanti in anelli concentrici con diverse velocità. il leggero strato di  sfregamento che si viene a creare a causa delle differenti velocità, sembra che vada a cancellare l’imprinting delle particelle  che compongono i gas, portandole ad uno stato di quasi materia, chiamata Pmtics o PME . Questi Pmitics avaranno la caratteristica di essere “plasmabili”

Il Plasma (2) lo definisce come una combinazione di differenti pmtics. Cioè come un insieme di quasi-particelle ancora plasmabili considerate nel loro insieme.

Quindi questi  plasmi sono visti come il primo stadio evolutivo delle particelle elementari. In pratica risultano essere un insieme di gruppi di interazione di forze pmtics.
Nei processi di interazione e raccolta di questi pmtics iniziali tra di loro, in combinazioni speciali, questi portano alla creazione di atomi , molecole, materie e cosi via.

L’argomento è nuovo e può risultare difficile perchè si introduce terminologia e concetti nuovi. Occorre rileggere più volte e lasciare che dentro di voi qualcosa si ristrutturi in una nuova visione.
Le stelle potrebbero essere più vicine di quanto abbiate mai lontanamente sognato
.

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LA NUOVA FISICA

Da quanto si è detto, siamo qui alle sogli di una  NUOVA FISICA, dove bisognerà riconsiderare la questione delle  dimensioni.

Siamo abituati a considerare lo spazio in  tre dimensioni;  se visualizzate un corridoio, vedrete che potrete definirne tre misure: la lunghezza, la larghezza e l’altezza.
Per la nostra mente non dovrebbe esistere una quarta dimensione spaziale. Non riusciamo proprio ad immaginarla; nonostante questo Einstein teorizzò un universo quadridimensionale in relazione al puro spazio. In un primo tempo con l’annunciazione della relatività ristretta si parlava di quattro dimensioni, dove la quarta dimensione era il tempo, nella successiva evoluzione, data dalla relatività generale, propose la possibilità di 4 dimensioni spaziali più una quinta dimensione temporale.

Einstein parlò di un ipercubo e di una ipersfera a 4 dimensioni spaziali. La geometria inerente si delucida per via algebrica e non è facilmente comunicabile, occorre una preparazione matematica adeguata.
Si usa un particolare tipo di matematica, detta matriciale, che ha per base una struttura algebrica particolare chiamata MATRICE.

Negli ultimi anni si è sviluppato molto questo aspetto matematico, tanto che si può creare matematicamente strutture teoriche a dimensioni variabili; se serve si può arrivare a infinite dimensioni.
Stephen Hawking è ritenuto il più abile in questo campo, per via algebrica, con sofisticate disquisizioni, egli ritiene che l’universo attuale sia formato da 11 dimensioni.

Sappiamo però che  con la matematica si può dimostrare di tutto e di più. E’ quindi preferibile  la via sperimentale, la formulazione matematica arriverà dopo.

Per tornare al discorso iniziale, introducendo accanto allo SPAZIO; MASSA; TEMPO; anche l’INTENTO, c’è un parametro in più; in altre parole, c’è una DIMENSIONE IN PIU’. 
La nuova Fisica verrà chiamata anche fisica multidimensionale, piano, piano verranno introdotte altre dimensioni. Per il momento l’introduzione del solo INTENTO basta e avanza.

Le nuove visioni della fisica non possono essere disgiunte dalla fisica precedente, ci sarà solo un allargamento, mai una negazione della fisica precedente. Così la fisica Newtoniana sarà un sottoinsieme della fisica espressa nella relatività Einsteiniana, quest’ultima sarà contenuta nella successiva fisica quantistica… ecc.

La nuova fisica multidimensionale che dominerà l’epoca post apertura del Grande Portale conterrà tutte le formulazioni precedenti allargando il tutto in una visione più ampia.
Come sarà possibile ciò? Com’è che non ci eravamo accorti della nuova dimensione data dall’INTENTO? Perchè ora invece la scopriamo?
Per capire la risposta dobbiamo ricapitolare cosa dice la nuova teoria proposta da Keshe. Ripassiamola brevemente.

- La materia deriva da un “brodo primordiale omnipervadente” formato da “raggi magnetici” per Keshe, chiamati “orgoni” da Wilhelm Reich (è stato un medico e psichiatra austriaco), chiamati “atomi magnetici” da Ighina.
Qualsiasi sia la definizione che vi piace, va detto che questi “raggi” NON sono da considerarsi materia, ma solo una possibilità di esistenza della stessa, una sorta di precondizione.

- In questo brodo i “raggi magnetici” tendono a riunirsi a due a due formando un’accopiata simile a due serpenti attorcigliati Keshe li chiama “pmtics”. Io gli chiamo “quasi materia”, essi non sono ben definiti sono come un Hard Disc vergine, hanno bisogno di un programma che ne definisca lo scopo, le qualità… insomma che dia loro l’imprinting. Ed è qui che interviene l’INTENTO, possiamo pensare che l’imprinting può essere dato oltre che dagli aspetti “inanimati” presenti anche e soprattutto dall’INTENTO generato da una coscienza presente alla nascita.
Questa coscienza agirebbe nello stesso modo in cui Lorenz agì con le anatre, si sostituì alla madre al momento della nascita. Le oche lo identificarono con l’essere da imitare; il fenomeno si chiama imprinting.

- Una volta imprintate le “quasi particelle” diventano finalmente materia, essa ubbidirà all’intento ricevuto. Importante è comprendere che a questo punto non è più possibile cambiare l’imprinting, si andrebbe controcorrente, contro la natura della particella. Occorrerebbe ritornare indietro cancellare l’imprinting, e sostituirlo con uno nuovo.

- Le nuove particelle, che ora possiamo considerare materiali, non sono più gestibili facilmente con l’INTENTO. Ecco che nelle dimensioni atomiche, molecolari, cristalline, l’INTENTO ha sempre meno presa. Alla fine nel macroscopico è praticamente ininfluente.

Quindi l’INTENTO c’è sempre come forza potenziale, ma ci si accorge di esso solo quando andiamo a dimensioni VERAMENTE PICCOLE. 
Ecco il segreto. Dimensioni piccolissime e momento della nascita, lì si vede bene il fenomeno.

Keshe c’è arrivato perchè è andato oltre l’aspetto materiale atomico, è sceso sull’attimo creativo, invece di lavorare con i Quark è passato ai plasmi. I plasmi vengono prima dei quark!
Il secondo passo FONDAMENTALE fatto da Keshe è stato quello di far ruotare più gas stratificati, LO SFREGAMENTO TRA UN GAS E L’ALTRO CANCELLA L’IMPRINTIG PRECEDENTE E REGALA UN’ENORME QUANTITA’ DI QUASI MATERIA DISPONIBILE AD ESSERE IMPRINTATA.

Va detto che una volta cancellato il precedente imprinting, il nuovo può essere dato in vari modi, ne parleremo.

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Esploriamo il modello Keshe

In molti modelli interpretativi della nuova fisica si ipotizza che alla base di tutto ci sia una particella elementare chiamata in molti modi: raggi (o fili) magnetici (Keshe li chiama con l’acronimo PMF Plasmatic Magnetic Field), atomo magnetico (Ighina) , orgone (Wilhelm Reich), la cosa che più si avvicina nella fisica classica è forse il concetto di neutrino.

Dalla notte dei tempi i grandi “alchimisti” hanno affermato che esiste una particella che è la più piccola di questo universo materiale, ma nello stesso tempo essa è la più grande di un altro universo, questo “universo madre” sarebbe molto più esteso di questo, ma con una struttura molto più fine, con dimensioni a noi non percepibili.

In termini di infinito le dimensioni spaziali assumono un significato differente rispetto alle comuni catalogazioni umane, in effetti non c’è niente di così piccolo che non possa essere giudicato grande se visto da un altro punto di vista.

Per il momento non siamo in grado di giudicare tali affermazioni. L’origine del brodo primordiale che è alla base di questo universo fisico si troverebbe quindi in un altro piano con altre dimensioni detto eterico. La Fisica che verrà sarà detta multidimensionale.

 

Ogni singola particella elementare (PMF) evidenzia all’esterno una perturbazione dello spazio che chiameremo campo “MaGrav” (esotericamente potreste immaginarlo con la parola Aura)
Il MaGrav di un elemento interagisce con i MaGrav circostanti, questa interazione crea sempre una specie di frizione/attrito. E’ attraverso questa “frizione” che si ha la percezione della materia.

L’atto di percepire eseguito da una consapevolezza è quindi incomincia con un’interazione tra il MaGrav del corpo dove risiede la consapevolezza  e i MaGrav esterni.

Sotto certi punti di vista, si ha  una trasmissione di informazioni tra i due MaGrav, ne risulterà una modificazione che andrà a influenzare la costruzione dell’impalcatura della materia generata dalla successiva aggregazione e interazione con altre particelle.

 

Keshe dà un immagine geometrica dei MaGrav di una particella elementare. I MaGrav di tale particella elementare sono visti come tre “ali” uscenti da un punto centrale, (egli sostiene che a volte alcune particelle elementari presentano addirittura 5 “ali”) . Ogni ala è un ramo del campo magnetico.

 

Fase intermedia della costruzione della materia

Cerchiamo di fare un discorso utilitaristico, per poter capire come si comportano queste particelle ”virtuali”. Vediamo quindi il meccanismo con cui esse producono la materia tangibile. Le singole particelle tendono ad agganciarsi a due a due dolcemente, quasi incastrandosi l’una sull’altra in modo interdipendente, seguendo l’antichissimo principio alchemico “il simile attira il simile”.

 

 

 

 A questo punto il legame che si crea è tale per cui l’azione fatta su una delle due particelle si trasferisce immediatamente sull’altra. Questo ricorda il concetto di “particelle gemelle” in fisica quantistica, legate dal momento della nascita simmetricamente e permanente nel tempo e nello spazio. In fisica si usa il termine “Entaglement” e Keshe attribuisce questa caratteristica al legame tra due PMF (Plasmatic Magnetic Field = campo magnetico plasmatico). Quando si stabilisce queste legame detto Entaglement l’acronimo usato per definire la singola particella passa da PMF a PME (dove la E finale sta proprio per Entaglment).
Quindi matematicamente: PMF+PMF=PME

Ciò che nasce da questa unione è una sorta di “quasi materia”. Diciamo quasi per indicare che non è ancora completa; riprendiamo un discorso già fatto in precedenza dove si paragonavano i PME ai due lunghi fili del DNA  intrecciati, che, pur essendo riusciti a intrecciarsi ed agganciarsi tra di loro, mancano ancora del programma, dello scopo, della finalità.

Per completarsi e passare da quasi materia a materia, c’è bisogno che sul PME venga definito un programma interiore. Noi abbiamo paragonato questa situazione alla introduzione di un sistema operativo in un Hard Disk vergine.

Quando la programmazione del sistema operativo viene completata, la particella che ne risulta diventa tangibile alla nostra realtà, essa si isolerà dal brodo primordiale formando una sorta di piccola galassia che avrà una sua vita. Il “sistema operativo” che verrà introdotto subirà le influenze dai MaGrav circostanti che interagiranno con la PME.

La novità di questo concetto, è che gli esseri viventi hanno un loro MaGrav più o meno potente; in particolare, se una consapevolezza mette attenzione su dei PME da programmare, può scavalcare con la sua potenza quasi tutte le influenze degli altri MaGravs e essere agli “occhi” della PME il vero “Creatore”, cioè colui che introduce il sistema operativo. Va detto che si stabilisce un legame doppio tra le particelle create e il creatore, per cui il creatore avrà una sorta di influenza nelle particelle, ma anche viceversa (padre-figlio).

La procedura che porta alla programmazione di una particella la possiamo definire con la parola “imprinting”.

La materia

Dopo che i PME hanno ricevuto l’imprinting sono un’entità completa “quasi viva”. Dato che un sistema operativo è stato introdotto la particella non ne accetterà facilmente di nuovi. L’unico modo per potere riprogrammare la particella è cancellare completamente il programma precedente (questo avviene per esempio nella frizione dei plasmi). Le particelle che si vengono a formare avranno quindi imprinting differenti a seconda della nascita. In generale l’imprinting sarà dato dai MaGrav cosmici presenti. Se però interviene una consapevolezza l’imprinting può essere molto più ampio.
I quark sono la prima manifestazione materiale percepibile essi di solito non sono imprintati da una consapevolezza umana essi avranno quindi un “imprinting” derivato dal puro e semplice materiale inorganico, Sole, Terra, ingenerale dagli aspetti cosmici presenti alla nascita, a seconda delle modalità comprenderanno anche l’intensità dei campi magnetici, la loro natura, le forme ed eventuali scopi o fini se ce ne sono.

Un’interessante imprinting inorganico si ha quando c’è la presenza di un cristallo in crescita. Il cristallo completa l’imprinting di certi materiali disponibili fornendo lo scopo e la qualità, per tanto alcuni atomi saranno imprintati e spinti a far parte della crescita della struttura del cristallo.

Dopo che i PME hanno ricevuto l’imprinting sono un’entità completa “quasi viva”. Dato che un sistema operativo è stato introdotto la particella non ne accetterà facilmente di nuovi. L’unico modo per potere riprogrammare la particella è cancellare completamente il programma precedente (questo avviene per esempio nella frizione dei plasmi). Le particelle che si vengono a formare avranno quindi imprinting differenti a seconda della nascita. In generale l’imprinting sarà dato dai MaGrav cosmici presenti. Se però interviene una consapevolezza l’imprinting può essere molto più ampio.
I quark sono la prima manifestazione materiale percepibile essi di solito non sono imprintati da una consapevolezza umana essi avranno quindi un “imprinting” derivato dal puro e semplice materiale inorganico,  Sole, Terra, ingenerale dagli aspetti cosmici presenti alla nascita, a seconda delle modalità comprenderanno anche l’intensità dei campi magnetici, la loro natura, le forme ed eventuali scopi o fini se ce ne sono.

Un’interessante imprinting inorganico si ha quando c’è la presenza di un cristallo in crescita. Il cristallo completa l’imprinting di certi materiali disponibili fornendo lo scopo e la qualità, per tanto alcuni atomi saranno imprintati e spinti a far parte della crescita della struttura del cristallo.

Nel regno animale, sia le piante, gli animali e l’uomo porteranno degli imprinting quando ci sarà l’occasione. Una parte del cibo disgregato fornisce proprio alcuni PME imprintabili .
Esistono tra gli esseri umani delle differenze nella capacità di imprintare. Per cui avremo persone in grado di avere un controllo sul imprinting eccezionale (per fornire una scala potremmo dire 100). Queste persone possono fare “miracoli” o fare con efficacia la pranoterapia, o essere in grado di auto-curarsi. D’altra parte ci saranno persone con pochissima volontà e determinazione (nella nostra scala diciamo 10-20) chiameremo quest’ultimi scarsi attivatori, mentre i primi li definiremo grandi attivatori.

Il fenomeno dell’attivazione finora era sfuggito a livello macroscopico in quanto i PME disponibili erano pochi e per lo più localizzati all’interno del corpo umano nei processi digestivi. Ora con l’avvento di tecnologie che possono creare una grandissima quantità di PME l’effetto può diventare finalmente evidente e probabilmente misurabile.

Diamo ora uno sguardo a cosa succede normalmente ai PME imprintati dagli aspetti inorganici cosmici che li circondano. I Quark si riuniscono per formare protoni neutroni ed elettroni che a loro volta formeranno gli atomi.

Gli atomi procederanno sempre con lo stesso stile, quindi gli atomi di H tenderanno ad aggregarsi per formare molecole H2, e l’Ossigeno a formare molecole O2. A loro volta poi coi procedimenti che chiamiamo della chimica queste si aggregheranno in strutture sempre più complesse. Ogni struttura sia elementare che complessa avrà un suo MaGrav.

Sistema solare e PME

Dal sole arrivano continuamente PME che hanno una parziale programmazione, c’è una piccola base di sistema operativo che dà a questi PME la caratteristica del Padre (Sole ) che ha un aspetto definito dai cinesi Yang . Le caratteristiche dei PME Yang pertanto sono : aspetto maschile, aspetto attivo, aspetto espansivo centrifugo, aspetto riscaldante, aspetto luminoso, aspetto dinamico, aspetto arido …

Meno noto è il fatto che la Terra emette a sua volta PME, in effetti se ci pensiamo se il calore ricevuto non venisse riemesso la Terra diventerebbe una piccola stella.

I PME provenienti dalla Terra hanno un’aspetto Yin. Le caratteristiche dei PME Yin sono: aspetto raffreddante, aspetto concentrante, centripeto, aspetto femminile, aspetto non luminoso, aspetto passivo, aspetto umido …

Sotto un altro punto di vista il Sole dà l’imprinting dell’ Idrogeno, e la Terra da l’imprinting derivante dall’ Ossigeno

(quasi 50% della terra è data dall’Ossigeno)

E’ interessante osservare che i PME Yang dal Sole  possono essere immaginati come gialli ed avranno un’affinità con questo colore, i PME provenienti dalla Terra avranno un affinità con il colore azzurro (la Terra vista dallo spazio appare come “il pianeta azzurro” ). Sulla superficie della Terra i PME Yang e i PME Yin in parte trovano modo di interagire formando un nuovo PME misto che mantiene in equilibrio i due aspetti. Il colore che ne risulta è il verde dominante sulla superficie del pianeta.

 

Dove c’è la possibilità della vita c’è anche l’elemento che unisce l’Idrogeno con l’Ossigeno, cioè l’acqua. Un rafforzativo di questo concetto può essere il considerare come il colore prevalente nei deserti sia il giallo, mentre il colore prevalente nei poli sia l’azzurrino dei ghiacciai.

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Riporto qui di seguito l’interessante sito con il brevetto di Keshe tradotto in italiano :

Brevetto italiano

e la versione completa in inglese la potete trovare qui :

brevetto EP1770717A1

http://www.rexresearch.com/keshe/keshe.htm

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